Si dice che a volte si decide con il cervello ed altre volte con il cuore. In realtà questi due organi sono fortemente legati l’uno all’altro e ciò potrebbe rivelarsi una strada utile da seguire per affrontare il declino cognitivo, una delle condizioni più dolorose di alcune malattie neuro-degenerative.
In un recente studio di Oxford è stato osservato che in situazioni in cui si manifesta una maggiore velocità del processo aterosclerotico, al contempo si riscontrano anche cattive condizioni del cervello.
La ridotta connettività tra le diverse regioni del cervello è un importante indicatore precoce di malattie neuro-degenerative come il morbo di Alzheimer.
Le arterie solitamente si irrigidiscono più velocemente in presenza di malattie cardiache, ipertensione, diabete e altre malattie vascolari. Anche abitudini poco sane, come il fumo, la poca attività motoria e/o la cattiva alimentazione possono incidere profondamente.
Le prospettive future ci dicono che in società sempre più anziane come la nostra (in Italia ci sono cinque nonni per ogni bambino), il numero di persone affette da demenza potrebbe salire a un milione nel 2025 fino a triplicarsi nel 2050.
Quindi compiere delle azioni sociali e sanitarie a livello di prevenzione è essenziale per contenere e ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative.
Dovremmo tutti capire che è più utile agire in anticipo che ad atto compiuto.
Se ognuno di noi, nel corso della propria vita, puntasse a migliorare il proprio stato di salute, il cuore starebbe meglio e ne potrebbe beneficiare anche il cervello.
Ricordiamoci che ciò che fa bene al cuore fa bene anche alla testa.