Lettera dopo lettera stiamo scavando nel mondo delle vitamine.
Oggi è il turno della Vitamina D; anche per questa, come per la Vitamina B, dobbiamo parlare di ben 5 Vitamine D. Due però sono le principali: D2 (Ergocalciferolo) e D3 (Colecalciferolo).
La Vitamina D2 è di origine vegetale mentre la D3 è prodotta negli organismi animali e deriva dal colesterolo. La storia della scoperta della Vitamina D risale ai primi anni del ‘900, quando il pediatra Kurt Huldschinsky osservò che i bambini affetti da rachitismo guarivano se esposti alla luce ultravioletta. Si proseguirono le indagini usando la luce solare e studiando l’azione antirachitica dell’olio di fegato di pesce, potendo così teorizzare l’esistenza di un composto liposolubile di fondamentale importanza per il metabolismo delle ossa.
Nel 1923 Harry Goldblatt e Katharine Marjorie Soames riuscirono a dimostrare che quando il 7-deidrocolesterolo, presente nella pelle, veniva colpito dai raggi ultravioletti o UV dava origine ad un composto che possedeva la stessa attività biologica del composto liposolubile scoperto poco tempo prima. Nel 1930 il chimico Adolf Windaus identificò la struttura della Vitamina D ed i successivi studi strutturali hanno permesso di identificare le due forme della Vitamina D; la formazione della Vitamina D2 si osservò solo quando i raggi ultravioletti colpivano la sua forma provitaminica di origine vegetale (ergosterolo), mentre la D3 dall’irradiazione del 7-deidrocolesterolo.
Che funzione ha?
Questa Vitamina è tanto conosciuta e analizzata perché ha un ruolo fondamentale nella regolazione della crescita, dello sviluppo e della mineralizzazione delle ossa.
Però svolge anche un’azione regolatoria del sistema immunitario ed è determinante per l’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale.
E’ importante sottolineare che la Vitamina D ha un’azione pro-ormonale, ossia è sintetizzato autonomamente dall’organismo umano, agisce su un organo bersaglio e ha una struttura che ricorda gli ormoni steroidei.
La giusta dose giornaliera?
La quantità di Vitamina D giornaliera consigliata è di 10 μg sia in età pediatrica che adulta (Fonte LARN 2014, Sinu).
Carenze e sintomi?
La carenza di Vitamine del gruppo D si manifesta con diversi sintomi, come una maggiore fragilità ossea e aumentato rischio di fratture e densità ossea estremamente bassa.
A livello sierico risultano invece più bassi di calcio e fosforo, mentre il paratormone è più alto.
La forma di carenza più conosciuta nei bambini è il rachitismo, ossia lo scheletro osseo non si sviluppa in modo corretto a causa di un’inadeguata mineralizzazione, mentre negli adulti è conosciuta l’osteomalacia, che si manifesta con debolezza muscolare e dolori alle ossa e ai muscoli.
Carenze di tale Vitamina devono essere tenute sotto controllo soprattutto nelle prime fasi di crescita, per avere un corretto sviluppo fisico, e durante la menopausa, dalla quale inizia una fase di maggiore debolezza e fragilità ossea.
Dosi elevate e sintomi?
L’ipervitaminosi comporta invece un aumentato assorbimento intestinale e riassorbimento osseo del calcio, e una diminuzione del paratormone. Solitamente di evidenzia anche un’ipercalcemia e calcificazione dei tessuti molli. I sintomi più comuni sono invece nausea, vomito e diarrea.
Dove la troviamo?
Tra gli alimenti più ricchi di Vitamina D va menzionato l’olio di fegato di merluzzo.
E’ fortemente presente anche nei pesci grassi (come salmone, tonno e aringhe), nelle uova, nel fegato, nelle carni rosse, nelle verdure verdi ed nel latte e nei suoi derivati.