Il Lattosio è uno zucchero complesso, costituito da due zuccheri semplici: Galattosio e Glucosio. Come suggerisce il nome stesso, esso è contenuto nel latte vaccino e nei suoi derivati (yogurt, panna, burro e formaggi), oltreché nel latte umano.
I formaggi freschi come ricotta, mozzarella, robiola, crescenza,… hanno concentrazioni di Lattosio più elevate rispetto ai formaggi più stagionati a pasta dura come fontina, taleggio e parmigiano reggiano (che ha la quantità più bassa in assoluto, 0,1-1 %). In realtà il Lattosio è presente anche in altri alimenti come additivo alimentare: biscotti, prodotti dolciari, prodotti da forno, salse, cioccolato, caramelle, minestre, prosciutto cotto, salami e wurstel. Non è difficile, leggendo i componenti di un farmaco, trovare anche il Lattosio.
L’ampio consumo di latte, anche in età adulta, e di prodotti caseari, tipico della cultura italiana, ha portato a sviluppare forme sempre più diffuse di intolleranza al Lattosio.
Per intolleranza si intende una risposta infiammatoria che si innesca col consumo di prodotti contenti il Lattosio. È importante sottolineare che non si tratta di una reazione allergica, dal momento che quest’ultima si manifesta nei confronti delle proteine del latte, come le caseina, e non degli zuccheri, come il Lattosio.
In cosa consiste l’intolleranza al Lattosio?
Quando viene ingerito un alimento contenente il Lattosio, si deve attivare il meccanismo d’azione della Lattasi, enzima che ha la funzione di scindere il Lattosio nei suoi componenti più piccoli, Galattosio e Glucosio, per renderlo più facilmente digeribile. Però può succedere che la persona manchi in maniera parziale o addirittura assoluta di tale enzima, rendendo il processo digestivo mai completo.
Così una certa quantità di Lattosio arriva fino al colon senza essere assimilato. Solo una volta giunto all’intestino crasso viene metabolizzato dai batteri, che fanno una vera e propria festa con questo zucchero, fermentandolo, producendo gas di idrogeno, metano ed anidride carbonica e provocando infine disturbi come senso di pienezza, dolori alla pancia, gonfiore e, ancora più comunemente, diarrea.
Come diagnosticare l’intolleranza al Lattosio?
In presenza di sintomatologia conclamata il medico curante può prescrivere il Breath Test, analisi che prevede la lettura del respiro del paziente prima e dopo l’assunzione di circa 20-50 g di Lattosio per gli adulti (equivalenti ad un minimo di 400 g di latte) e circa 1 g per kg per i bambini (pari a circa 300 g di latte).
Segue l’analisi dei gas espirati a 30, 60, 90, 120, 150 e 180 minuti dal momento dell’ingestione, attraverso un gas cromatografo, arrivando così ad una durata complessiva dell’esame di circa 4 ore.
Ciò che viene rilevata è l’eventuale presenza di uno specifico picco rispetto al valore basale, dato dall’espirazione iniziale in assenza di Lattosio; il picco se presente corrispondente al momento in cui, per mancata assimilazione del Lattosio, la flora batterica produce l’idrogeno, che arriva fino agli alveoli polmonari per essere eliminato con la respirazione.
È chiaro che la procedura è abbastanza lunga e anche un po’ invasiva, considerando che anche la fase di preparazione nelle 24 ore precedenti deve essere specifica e accurata.
Una valida alternativa, assolutamente non invasiva e molto rapida, è il Test Genetico, ossia un semplice tampone boccale che, una volta strofinato all’interno della bocca, consente il campionamento di cellule della mucosa e della saliva; di queste cellule viene analizzata la possibile variazione del gene LCT (Lattasi), fornendo tutte le informazioni necessarie per comprendere se lenza viene sintetizzato correttamente.
Le caratteristiche del test genetico lo rendono adatto a tutte le persone e a tutte le età.
Come comportarsi in caso di intolleranza al Lattosio?
In caso di diagnosticata intolleranza al Lattosio è consigliato affidarsi ad un Professionista per seguire un percorso nutrizionale mirato, che si basa principalmente sull’eliminazione di prodotti contenenti questo zucchero per un determinato periodo di tempo, per consentire al corpo di disintossicarsi e di neutralizzare l’infiammazione. È necessario quindi porre maggiore alle etichette ed è possibile consumare i prodotti con la dicitura senza lattosio, cioè alimenti privati quasi completamente dello zucchero, potendone contenere al massimo delle tracce o quantità al di sotto dell’1%.
In seguito devono essere reinseriti in maniera graduale e controllata i prodotti contenenti il Lattosio, per valutare la soglia di tolleranza del prodotto da parte del corpo ed evitare di innescare nuovamente l’infiammazione.